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Viversi la montagna a 360° completamente immersi nella natura. È questo che ci affascina tanto del bivacco, oltre all’emozione di ammirare un tramonto mozzafiato, guardare il cielo stellato prima di andare a dormire, risvegliarsi all’alba sulle rive di un lago alpino. 

Per tornare a casa con un bel ricordo però bisogna organizzarla bene e non lasciare nulla al caso. Le prime volte non si sa mai cosa portare, si ha timore di dimenticare qualcosa di essenziale, di non avere abbastanza cibo, ma in realtà è tutto più semplice di quanto possa sembrare.

Cos’è il bivacco

Prima di iniziare a raccontare cosa valutiamo per organizzare il nostro bivacco chiariamo cosa significa questa espressione. Quando ci si trova in alta montagna dopo il tramonto a causa di un’escursione lunga o partita tardi non sempre si riesce a tornare a valle; è quindi possibile accamparsi per la notte, per poi ripartire la mattina presto. Questo concetto contraddistingue il bivacco dal semplice tendeggiare o campeggiare, oltre al fatto che è consentito solo ad alcune altitudini. Ad esempio, nel Parco del Mont Avic, così come anche nella zona del Monte Bianco in Val Veny, è permesso bivaccare solo sopra il 2.500 metri di altitudine.

Scegliere il post perfetto per bivaccare

È qui che inizia tutto: il posto. Quando si pianifica un trekking con bivacco è importante capire dove fermarsi per la notte. Uno degli aspetti principali per noi è la presenza di fonti d’acqua lungo il percorso o nel luogo di destinazione; significa portare meno borracce e quindi meno peso. Un’altra cosa da considerare sono gli animali: noi abbiamo un cane e per sicurezza preferiamo tenerci lontani dai luoghi di pascolo, ad esempio vicino al Lago di Malciaussia, in Val di Susa, c’è un colle perfetto per il bivacco, ma purtroppo è spesso occupato da qualche gregge e non l’abbiamo mai scelto per una notturna. 

È consigliabile controllare le norme del Parco Naturale o della zona in cui si intende bivaccare per essere certi di rispettarne il regolamento (nessuno di noi vuole prendersi una multa salata).

Calcolare il percorso

Quando pianifichiamo un percorso trekking teniamo sempre in considerazione le nostre abilità, capacità e preparazione fisica, così da non trovarci in difficoltà o impreparati; in fondo fare escursioni in montagna dev’essere un piacere prima di tutto. Partendo da questo presupposto, con il bivacco non possiamo fare a meno di considerare che avremo uno zaino molto più pesante sulle spalle che ci rallenterà  e ci farà stancare più velocemente. D’altronde acqua, tenda, cibo e sacchi a pelo hanno il loro peso. In queste occasioni optiamo per percorsi semplici, non esposti e intorno ai 600 – 800 m di dislivello per facilitarci.

Portare lo stretto necessario

Cerchiamo sempre di non esagerare con scorte di cibo e oggetti in più, portiamo lo stretto necessario. Ad eccezione degli effetti personali questo è più o meno quello che mettiamo nello zaino

  • pantaloni lunghi e corti
  • maglia maniche corte, maglia termica aderente, soft shell o pile e giacca
  • guanti, berretto e calzettoni pesanti
  • borraccia carica e cibo per cena e colazione
  • torcia frontale con pila carica
  • tenda, materassino gonfiabile, sacco a pelo
  • mini kit di pronto soccorso
  • occhiali da sole, protezione solare

Guardare il meteo

Lo so, è una banalità, ma è bene non dimenticarsi di controllare il meteo poco prima di partire. Se il giorno precedente ha piovuto è sconsigliato tendeggiare a meno che non vogliate dormire sul bagnato; lo stesso vale per il giorno successivo, se le previsioni fossero brutte si rischierebbe di prendere pioggia e non è proprio piacevolissimo. 

Inoltre, se siete amanti della fotografia lo vorrete un cielo stellato senza nuvole almeno quella notte? Giusto per ripagare la fatica di aggiungere il peso del cavalletto allo zaino.

La tenda

La tenda dev’essere piccola per non disperdere calore e facile da montare. Ad esempio, se siete in quattro sarebbe meglio prendere due tende da due persone piuttosto che una sola da quattro. Quando la piazzate, indicativamente dopo il tramonto, fate sempre caso a dove siete. A noi piace moltissimo bivaccare davanti ai laghi ad esempio, ma il rischio è quello di un terreno umido, quindi controlliamo sempre molto bene prima di piazzare la tenda. Poi c’è il fattore della pendenza, dei formicai, del sasso che nel bel mezzo della notte ti ritrovi conficcato nella schiena e molto altro.

Un altro aspetto da ricordare è l’orario in cui si può iniziare a montare la tenda, ogni parco o zona ha il suo regolamento che va letto prima di partire; nella maggior parte dei casi è possibile prepararsi per la notte dopo il tramonto.

Sperando che questo articolo possa essere utile e non troppo banale, aspettiamo di conoscere le vostre esperienze di bivacco in montagna, scrivetecelo nei commenti o sui social!

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