fbpx

Il termine inglese “trekking” descrive l’azione di camminare per intraprendere un lungo viaggio, solitamente in luoghi naturali. Ma per me significa molto di più: sentirmi libera, mettermi alla prova, rifugiarmi in luoghi dalla bellezza straordinaria.

Cosa vuol dire “trekking”

Il trekking sta diventando un’attività sempre più popolare in questi ultimi anni, ma affonda le sue radici in un’era ben più lontana.
Questa parola risale infatti al XIX secolo, quando gli inglesi conquistarono il Sudafrica soffiandolo agli olandesi, i quali furono costretti ad intraprendere un lungo viaggio di ritorno per sentieri montuosi; oggi più comunemente chiamati “itinerari trekking”.

I benefici

I benefici derivanti dal trekking sono innumerevoli, da quelli fisici a quelli psichici, oltre al fatto che ci porta a scoprire meravigliosi panorami naturali e, talvolta, anche ad avvistare specie animali. Diversi studi hanno dimostrato che camminare all’aria aperta previene le malattie cardiovascolari, stimola la creatività e aiuta a combattere la depressione.

Come leggere i segnali

All’inizio di ogni percorso escursionistico e durante il sentiero ci dovrebbero essere segnali che descrivano in modo estremamente sintetico il luogo di partenza, la destinazione, la durata, la denominazione, la distanza in chilometri, il tempo di percorrenza e la difficoltà. La quantità di indicazioni può variare da percorso a percorso, ma rimane fondamentale essere capaci di interpretare correttamente queste preziose informazioni per farci un’idea della strada che stiamo per intraprendere e poter valutare se è alla nostra portata. È fondamentale sapere che gli itinerari trekking contrassegnati dalla lettera T (Turistici) indicano strade bianche e larghe, adatte anche ai meno esperti; la lettera E (Escursionistici), invece, informa che il percorso presenterà vari tipi di terreni, pendii anche particolarmente ripidi e tratti talvolta esposti; infine, la dicitura EE (per Escursionisti Esperti) prevede difficoltà tecniche e morfologiche sconsigliate a escursionisti alle prime armi.

Qualche curiosità

Nel 1992, in Italia, nasceva un’altra disciplina correlata all’escursionismo: il dog trekking; prima come metodo di allenamento per i cani da slitta, poi come un vero e proprio sport cinofilo. Il cane e il conduttore sono legati tra loro da una corda fissata alla vita del trekker, il quale si fa “trainare” dal quadrupede, che lo precede, per sentieri di montagna. Il compito del conduttore è quello di guidare il suo amico a quattro zampe affinché segua il percorso migliore, facendo squadra.